Cosa accade dopo la morte? di Elisabeth Kübler-Ross

29/09/2021
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Cosa accade dopo la morte?

Abbiamo studiato ventimila casi in tutto il mondo di persone che erano state dichiarate clinicamente morte e che poi sono tornate in vita.

Alcune si risvegliarono naturalmente, altre in seguito alla rianimazione.

Voglio riassumere in breve quello che ogni essere umano dovrà sperimentare al momento della morte.

È un’esperienza che tutti devono vivere, indipendentemente dal fatto che siano Australiani, Indu, Musulmani, Cristiani e non credenti. Non dipende nemmeno dall’età o dalla condizione sociale. La morte infatti è un processo umano, come la nascita.

L’esperienza della morte è quasi identica a quella della nascita.

È come nascere a un’esistenza diversa che può essere dimostrata molto semplicemente.

Al momento della morte vi sono tre stadi. Se riuscite ad accettare il linguaggio che uso nelle mie conversazioni con i bambini morenti (…) accetterete che io vi dica che la morte di un essere umano è identica a ciò che accade quando la farfalla lascia il bozzolo. Il bozzolo può essere paragonato al corpo umano. Quest’ultimo non è il nostro vero io, è solo una dimora in cui vivere per un po’ di tempo.

Non appena il bozzolo è in condizioni disperate esso lascia libera la farfalla, l’anima, per così dire. In questo secondo stadio, dopo che la farfalla simbolica ha lasciato il suo corpo materiale, si sperimentano cose importanti che si dovrebbero conoscere per non aver più paura della morte.

A questo secondo stadio si dispone di energia psichica, mentre al primo stadio si dispone di energia fisica. Allora si aveva ancora bisogno di un cervello funzionante, di una coscienza vigile, per comunicare con i propri simili. (…)

Appena l’anima lascia il corpo, ci si rende conto immediatamente che si può percepire tutto quello che accade nel luogo della morte, sia in ospedale, sia nel luogo dell’incidente o dovunque si sia abbandonato il corpo. Non si registrano gli avvenimenti con la consapevolezza terrena, ma con una nuova consapevolezza. (…)

Ci si rende conto di ciò che ognuno dice, di ciò che pensa e di come agisce. E in seguito si sarà in grado di riferire nei più minuti dettagli. È perfino accaduto che qualcuno sia stato in grado di ricordare la targa dell’auto che l’aveva investito e il cui pilota aveva deciso di andarsene. Scientificamente è impossibile spiegare come qualcuno privo di onde celebrali sia in grado di leggere una targa. Occorre molta umiltà agli scienziati. Si deve umilmente accettare il fatto che vi sono milioni di cose che ancora non siamo in grado di capire. Ciò non significa che quello che non siamo in grado di capire non esiste e non è reale.

Se io soffiassi in un fischietto per cani non potreste udire, mentre qualunque cane sentirebbe benissimo. Il motivo è che l’orecchio umano non è in grado di percepire frequenze così alte. Allo stesso modo l’uomo medio è incapace di vedere l’anima uscita dal corpo fisico mentre invece l’anima uscita dal corpi può percepire vibrazioni terrene e capire quello che accade sul luogo dell’incidente o in qualsiasi altro luogo.

Molte persone hanno esperienza extracorporee durante un intervento chirurgico, infatti osservano il chirurgo al lavoro. Questo fatto deve essere tenuto presente da tutto il personale medico ed infermieristico, e mentre il paziente è fuori coscienza dovrebbero parlare solo di cose che anche il paziente può udire. Infatti le persone prive di coscienza possono udire tutto. Tutti dobbiamo sapere, quando ci accostiamo al letto di nostro padre o di nostra madre già in coma profondo, che quest’uomo o questa donna possono udire tutto quello che diciamo. In questi momenti non è mai troppo tardi, nemmeno per dirle ai morti, perché possono udirci. Anche allora si possono concludere «cose lasciate in sospeso» che possono risalire anche a dieci o venti anni prima.

Ci si può liberare del peso dei propri debiti per poter cominciare a vivere.
A questo secondo stadio il «morto», se così si può dire, si accorgerà di essere di nuovo integro. Gente che prima era cieca sarà in grado di vedere. Gente non più in grado di udire o di parlare potrà farlo di nuovo. I miei pazienti sofferenti di sclerosi multipla e capaci di muoversi solo sulla sedia a rotelle, incapaci di pronunciare una frase completa, dopo essere tornati da un’esperienza di pre-morte mi dicono con gioia: «Dottoressa Ross, ero di nuovo in grado di ballare». (…)

Quando si lascia il corpo fisico, ci si trova in un’esistenza senza tempo. Questo significa semplicemente che il tempo non esiste più. Allo stesso modo non si può più parlare di spazio e di distanze nel senso corrente della parola, perché questi sono fenomeni terreni. Se ad esempio un giovane americano muore in Asia e pensa a sua madre a Washington, coprirà le migliaia di miglia con la forza del pensiero e in mezzo secondo sarà da lei. In questo secondo stadio le distanze non esistono. (…)

A questo stadio ci si rende anche conto che non soltanto nessuno muore solo, ma che il morto può far visita a chiunque voglia e che ad aspettarlo vi sono persone morte prima di lui e che lo amavano molto. (…) Quello che la Chiesa insegna ai bambini con riferimento agli angeli custodi, si basa su fatti reali, perché abbiamo la prova che ogni essere umano, dalla nascita alla morte, è guidato da un’entità spirituale.

Tutti hanno tale spirito guida, che ci si creda oppure no, che si sia Ebrei, Cattolici e appartenenti ad altro culto. L’amore è incondizionato, ed è per questo che ognuno riceve il dono dello spirito guida. (…) In genere chi ci aspetta nell’aldilà è qualcuno che ci ha amato più degli altri. Sono queste le prime persone che si incontrano. (…)

Al secondo stadio, dopo essersi resi conto che si è integri di nuovo nel corpo e dopo aver incontrato i propri cari, si capirà che è solo un passaggio ad una diversa forma di vita. Si lasciano indietro le forme fisiche terrene perché non se ne ha più bisogno. Ma prima di uscire dal corpo fisico per assumere le forme che conserveranno per l’eternità, si passa attraverso una fase che ha tutte le caratteristiche del mondo fisico. Potrebbe trattarsi di volare attraverso un tunnel, o di oltrepassare un cancello o attraversare un ponte.

Poi, dopo aver superato il tunnel, il monte, o il passo di montagna, si è avvolti dalla luce.

Questa luce è più candida del bianco. È estremamente luminosa. Man mano che si avvicina questa luce, si è circondati dall’amore più grande, più indescrivibile e più incondizionato che si possa immaginare. Non ci sono parole per descriverlo.

Se si ha soltanto un’esperienza di premorte, si può vedere questa luce solo per un attimo. Dopo di che si deve tornare.
Ma quando si muore, quando cioè si muore davvero, il legame fra il bozzolo e la farfalla, che si potrebbe paragonare al cordone ombelicale, sarà spezzato.

Dopo di che, non vi sarà più la possibilità di ritornare nel corpo terreno. Ma non si vorrebbe ritornare in nessun caso, poiché dopo che si è vista la luce nessuno vuole più tornare indietro.

In questa luce si capisce per la prima volta come avrebbe potuto essere l’uomo. Qui c’è comprensione e non giudizio, qui si trova l’amore incondizionato che supera ogni descrizione.

E la presenza di questo amore, che molti paragonano a Cristo o a Dio, con l’amore e con la luce si arriva a capire che la vita sulla terra non è stata altro che una scuola che si è dovuta frequentare per superare certe prove e per imparare alcune lezioni speciali.

Appena finito di imparare le lezioni si ha il permesso di ritornare a casa.

 

“Quando portiamo a termine il compito che siamo venuti a svolgere sulla terra, ci viene permesso di lasciare il corpo, il quale imprigiona la nostra anima proprio come un bozzolo di seta racchiude la futura farfalla.
Una volta arrivato il momento, possiamo andarcene ed essere liberi dal dolore, dalla paura e dalle preoccupazioni; liberi come una bellissima farfalla…”
-Elisabeth Kübler-Ross-

 

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Traduzione e adattamento a cura di Animus Animi
Questi spunti su cui riflettere sono molti di più di quelli che si possono immaginare…
Ho trovato le risposte che andavo cercando. Grazie Elisabeth!
Elisabeth Kübler-Ross

Elisabeth Kübler-Ross

A proposito dell’Autrice Elisabeth Kübler-Ross

Psichiatra svizzera nata a Zurigo il 8 luglio 1926 e deceduta a Scottsdale il 24 agosto 2004.

Viene considerata la fondatrice della psicotanatologia o tanatologia psicologica, per definire il sostegno psicologico davanti alla morte, sia per i pazienti terminali, sia per i loro parenti. Accompagnamento alla morte ed elaborazione del lutto come supporto al moribondo e ai suoi congiunti.

La Dottoressa Kübler-Ross ha scritto più di 20 libri sulla morte e ha viaggiato in tutto il mondo per condurre i suoi seminari “Vita, morte e transizione”.

 

Alcuni dei suoi libri…

La Morte è di Vitale Importanza
Riflessioni sul passaggio dalla vita alla vita dopo la morte

Voto medio su 14 recensioni: Da non perdere

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Ciò che la morte e il morire ci insegnano sulla vita e sul vivere
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